Torna a crescere la tensione, tra Foggia e Verona, nello "sprint" per ottenere la sede dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare. Dopo qualche settimana di relativa tranquillità, è bastata la dichiarazione (che non era nè una promessa, né un impegno) del vicepremier Rutelli, alla cerimonia inaugurale dell'anno accademico, a riaprire il fuoco di fila della polemiche.
A Verona se la prendono soprattutto perché temono che il Governo venga meno all'impegno (assunto però dal precedente esecutivo, ed in particolare dal Ministro Alemanno, pugliese, di Alleanza Nazionale, allora responsabile del dicastero delle Politiche Agricole) circa lo svolgimento di una selezione preventiva tra le città candidate ad ospitare l'autorithy, in base a precisi requisiti.
"Per accordi politici ed elettorali, invece, - si legge sul numero dell'Arena di Verona, in edicola ieri - sta prendendo quota la volontà del governo prodi di dirigersi verso Foggia, il che aveva già provocato una levata di scudi da parte di Verona, anche se a dire il vero gli addetti ai lavori, come era emerso anche al recente meeting di Cernobbio, rispetto a una entità incerta preferiscono lavorare su progetti certi a livello europeo che garantiscono la qualità delle produzioni agroalimentari."
All'Università di Foggia, Rutelli aveva detto che la candidatura della città di Foggia come sede dell’Autorità nazionale per la sicurezza alimentare è importante e ben legittima, aggiungendo tuttavia che "la candidatura si confronterà con le altre".
Una precisazione che non è basta a rassicurare i belligeranti animi scaligeri, e soprattutto il vicepresidente della Regione Veneto, Luca Zaia che come aveva già fatto in precedenza, commentando l'annuncio del Ministro Paolo De Castro, circa l'orientamento del Governo favorevole a Foggia, non ha perso l'occasione per lanciare un'altra pesante bordata verso il capoluogo dauno. Replicando al Ministro dei Beni Culturali, Zaia ha detto che "se la candidatura di Foggia a sede dell’Authority nazionale per la sicurezza alimentare è legittima, e cioè consentita dalla legge, io dico che la candidatura di Verona, oltre ad essere legittima è anche realistica e cioè fondata sulla realtà delle cose".
In una dichiarazione riportata dal quotidiano scaligero, sempre molto attento nel seguire le vicende che riguardano la scelta della sede dell'Agenzia, il vicepresidente veneto rincara la dose: "Avere delle aspirazioni è cosa legittima, ma un conto è lasciarsi andare a voli pindarici della mente, un altro è parlare dati alla mano e i dati riferiti al Veneto parlano chiaro. Siamo una regione ai vertici della produzione agricola italiana, con una Produzione Lorda Vendibile di circa 5 miliardi e 50 milioni di euro l’anno, il 10 per cento del totale nazionale, primi nel settore della zootecnia da carne con il primato assoluto negli avicoli, nel vitellone da carne e nella conigliatura; produciamo oltre 7 milioni di ettolitri di vino, dei quali circa un terzo a Denominazione di Origine Controllata, e siamo i primi esportatori con il 28 per cento dell’export nazionale. Verona è una candidatura legittima, realistica e sensata non fosse altro perchè ospita le principali manifestazioni di promozione dell’attività agricola e agroindustriale tra cui l’imminente Fieracavalli".
«La mia - conclude Zaia - è una continua battaglia contro le lobby del Sud che non perdono occasione per far pressione sul governo e cercare di prendere tutto il possibile, salvo poi non saper dimostrare di utilizzare le risorse per creare ricchezza".
La presa di posizione dell'esponente leghista, non nuovo a queste sortite contro il Mezzogiorno ed i meridionali non è isolata. L'Arena di Verona ospita anche una pesante presa di posizione del presidente della Camera di commercio veronese, Fabio Bortolazzi, da sempre promotore della candidatura di Verona: "a Verona ci sono laboratori e risorse, la scelta del governo è solo elettoralistica, uno spreco. Quello che il precedente governo non ha avuto il coraggio di fare, lo compie questo con logiche però scandalose".
Sia Zaia che Bortolazzi sembrano, tuttavia dimenticare, che a favore della scelta di Foggia e comunque del Mezzogiorno c'è una ragione elementare: al Nord è stata già attribuita la sede europea dell'Authority alimentare, che ha premiato Parma, che dista dalla città scaligera soltanto duecento chilometri.
La polemica sale di tono in un momento difficile per la città e per la provincia di Foggia, in cui la questione authority sembra aver perso un po' di smalto, di fronte ad altre incombenze, quali la crisi industriale che travaglia diverse realtà produttive e la vertenza trasporti. È invece urgente riprendere l'iniziativa, perchè non è escluso che alla fine il Governo possa arrivare veramente ad una selezione tra le diverse città candidate, ed in quel momento a fianco ai "titoli" occorrerà anche mettere in campo soluzioni e progetti concreti per la costituenda agenzia. È passato ormai quasi un mese dall'annuncio del Ministro De Castro, ma praticamente nulla è stato fatto in questa direzione, neanche per rispondere alle polemiche, in molti casi perfino offensive verso la città di Foggia.
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