All’inizio sembra un innocente comunicato, una di quelle prese di posizione dettate dalla passione politica, e dalla consapevolezza che il dibattito sul partito democratico prossimo venturo corre il rischio di eclissare l’altra grande questione del centrosinistra italiano, quella socialista.
L’iniziativa di Pino Lonigro, consigliere regionale dello Sdi, consigliere comunale a Foggia e dal qualche giorno presidente dell’assise municipale e consigliere regionale, sta invece provocando più d’un fermento, e non solo a Foggia. Il dibattito sta montando sulle cronache regionali del Corriere del Mezzogiorno, ed era da un pezzo che un confronto politico di spessore extraprovinciale non partiva da un politico foggiano.
Quello di Lonigro è stato, però, soprattutto in provincia di Foggia, il classico sasso nell’acqua stagnante. Dopo l’adesione del portavoce foggiano di Bobo Craxi, Giampiero Protano ed il “rimbrotto” giunto da parte dei Radicali, ecco altri importanti sostegni all’appello di Lonigro, che ha proposto di rilanciare il percorso dell’unità socialista. Ieri mattina è stato il turno degli assessori provinciali Nicola Tanaglione e Bernado Lodispoto, del capogruppo socialista a Palazzo Dogana, Mauro Piccirilli, del presidente della comunità montana del Gargano, e consigliere provinciale. Qualcosa si muove anche ai seno ai Socialisti Autonomisti di Alberto Tedesco.
L’accelerazione impressa da Democratici di Sinistra e Margherita al cammino costituente del Partito Democratico potrebbe far serrare i ranghi ai socialisti, evidentemente timorosi di venire schiacciati e ridimensionati dalla nuova formazione politica.
Le risposte positive che l’iniziativa di Lonigro sta raccogliendo si sono intrecciate con la sua elezione a presidente del consiglio comunale del capoluogo, e sono in molti a ritenere che non si tratti di una coincidenza casuale, nel senso che la rapida crescita delle quotazioni politiche di Lonigro potrebbe preludere anche a nuovi equilibri in seno al partito socialista. Per il momento non ci sono contrasti aperti e tangibili, anche perché nella recente vicenda della designazione del nuovo presidente del consiglio che avrebbe sostituito Emilio Piarullo, l’on. Lello Di Gioia ha assunto una posizione di intelligente equidistanza. Non è però difficile intravedere sfumature diverse, tra le posizioni ed i comportamenti di Di Gioia, e quelli di Lonigro.
Il parlamentare è stato l’autorevole sponsor del passaggio di numerosi esponenti del centrodestra allo Sdi, un passaggio difficile da governare, ma che ha pagato in modo molto pesante sotto il profilo elettorale, soprattutto alle regionali, quando, ottenendo il loro massimo storico in Capitanata, proprio grazie al “contributo” elettorale dei delusi del centrodestra, i socialisti foggiani hanno contribuito in modo decisivo al successo elettorale di Nichi Vendola, che dev’essere pertanto grato due volte a Di Gioia, la prima per aver “fatto la differenza” al momento del voto, la seconda per essersi schierato a suo favore, fin dall’epoca delle primarie.
Lonigro incarna invece l’anima socialista più attenta ai valori della tradizione socialista. Nessun aperto contrasto tra le due anime. Però, le difficoltà incontrate dallo Sdi per la designazione del nuovo presidente del consiglio sono però la spia di un malessere strisciante, della crescente difficoltà di governare un partito di fatto nuovo, geneticamente modificato sia dalle “new entry” dal centrodestra, sua dall’abbraccio con i Radicali, sfociato nella Rosa nel Pugno.
Anche se nessuno lo dice apertamente, il tentativo di riaggregare le diverse anime socialiste, disperse in partiti e partitini, sia nel centrosinistra che nel centrodestra, nasconde l’ammissione del fallimento della Rosa nel Pugno, e la volontà di cercare equilibri nuovi, in grado di contrapporsi alla capacità di aggregazione del Partito Democratico.
Lonigro ha gettato il sasso in un momento di stanchezza dello Sdi, stanchezza apparsa tangibile dopo le vacanze estive, quando i socialisti non sono riusciti a dare seguito alla richiesta di verifica che prima dell’estate avevano avanzato alla Provincia, muovendo dure critiche al presidente Stallone. Isolati dagli altri partner della coalizione, ed indeboliti al loro interno (i due assessori provinciale non assolsero l’invito del partito a disertare le sedute consiliari, partecipando ai lavori).
Il documento siglato ieri dai maggiorenti socialisti di Palazzo Dogana è importante, anche perché testimonia che è tornato il sereno in seno al gruppo provinciale dello Sdi. Difficile prevedere dove porterà tutto questo: difficilmente a contrasti interni, visto che l’ultimo congresso è stato celebrato in modo convintamene unitario, e che non avrebbe senso dividersi mentre si cerca il massimo dell’unità possibile, anche al di fuori del partito.
Per il momento, c’è la proposta di andare quanto prima ad un’assemblea unitaria per riaggregare le diverse anime socialiste, e chissà che la cosa non possa interessare anche quanti, in seno ai Democratici di Sinistra, non gradiscono il matrimonio con la Margherita.
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