venerdì 10 novembre 2006

Mille posti e rischio, tra Foggia ed Ascoli Satriano

Potrebbe essere davvero la svolta per il comparto agro-alimentare della provincia di Foggia. Un comparto in fondo tutto ancora di là da venire, visto che il Tavoliere è il più grande produttore d’Italia di pomodori, ma che l’oro rosso da decenni viene conferito e trasformato dalle industrie conserviere della Campania. Una contraddizione dolorosa, che però la Capitanata conosce e soffre da sempre, e che prima del pomodoro ha avuto come vittima il vino, venduto al Nord, ed usato per “tagliare” ed irrobustire i leggeri vini veneti e lombardi.
La “stagione della concertazione”, dei patti territoriale però qualcosa ha prodotto in questa direzione: due grosse iniziative industriali, previste nell’area industriale di Incoronata ed in quella di Ascoli Satriano. Due conservifici che hanno già avuto il suolo assegnato e che per partire aspettano l’approvazione da parte della Regione del contratto di programma. È questo lo strumento con cui lo Stato, avvalendosi anche dei meccanismi di finanziamento dell’Unione Europea, sostiene le iniziative industriali di particolare rilievi. Tanto per fare un esempio, si avvalgono di contratti di programma a suo tempo sottoscritti, tanto l’Alenia, quanto la Sofim di Foggia.
Il contratto di programma è anche lo strumento che assicura il rispetto del progetto industriale da parte dell’impresa finanziata, con particolare riferimento ai livelli occupazionali: livelli che nel nostro caso sono molto alti, e possono davvero rappresentare un’occasione di rilancio per l’asfittica industria di Capitanata e per il comparto agro-alimentare, colpito in questi giorni dalla tormentata vertenza della SFIR, e dello Zuccherificio di Borgo Incoronata.
Si parla di 350 addetti per lo stabilimento foggiano, ed addirittura di 700 addetti per quello di Ascoli Satriano, per un investimento complessivo di circa 90 milioni di euro, quaranta dei quali dovrebbero essere assicurati dai contratti di programma, su cui la Regione deve pronunciarsi improrogabilmente entro il 31 dicembre.
Ma da Bari non sembra si abbiano intenzioni particolarmente positive. Non c’è ancora nulla di ufficiale, non si sa nemmeno con precisione quanto grande sia la “torta” da suddividere tra le diverse province pugliesi. C’è chi avanza, a mezza bocca, una cifra notevolissima: 480 milioni di euro da assegnare ad attività produttive. Si sa che una prima tranche di questi finanziamenti è stata erogata negli scorsi giorni alle imprese artigiane che operano in provincia di Foggia. Iniziativa lodevolissima, ma che non può ovviamente ritenersi esaustiva di tutto l’impegno regionale.
Si spiega così la rabbia del sindaco di Ascoli Satriano, nonché consigliere provinciale e presidente della commissione consiliare alle attività produttive di Palazzo Dogana. Come pubblichiamo in altra parte del giornale, Rolla sente puzza di bruciato circa la volontà regionale, ed invoca un atteggiamento più proposito da parte del Comune di Foggia e della stessa Amministrazione Provinciale, rilevando come la situazione economica del territorio sia ormai drammatica, e come possa essere addirittura decisiva la partita dei finanziamenti prossimi venturi (tra l’altro ci sarebbero da finanziare anche i completamenti dei patti territoriali, che avrebbero però bisogno di un preventivo monitoraggio).
In passato la Regione non si è mai mostrata particolarmente benigna nei confronti della Capitanata. I due conservifici rappresentano per la Giunta Vendola l’occasione per far capire che davvero, a Bari, si è voltato pagina.

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