mercoledì 22 novembre 2006

Polemiche e contrasti sull'altà capacità ferroviaria

Il giorno dopo è il giorno delle polemiche, come quasi sempre accade, in questa città. Il giorno dopo che Rete Ferroviaria Italiana ha presentato a Foggia lo studio di fattibilità per l'alta capacità ferroviaria scende il campo il centrodestra, con parole di fuoco. Tuona il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Roberto Ruocco: «L’esibizione foggiana di Ministri, Governatori ed affini per la presentazione di un progetto come l’Alta Capacità Napoli-Bari, che colpirà ancora una volta Foggia e la Capitanata emarginandole dalle grandi linee di comunicazione ferroviaria e colpendole pesantemente anche sul versante occupazionale è stata una vergognosa beffa che ci si sarebbe dovuto e potuto risparmiare».
È però necessario che le polemiche lascino adesso posto ad un atteggiamento più costruttivo e più unitario. Sono in molti a non condividere il generale ottimismo (che non è, comunque del Quotidiano di Foggia) con cui sono stati commentati gli esiti del summit dell'altro ieri.
Tanto più che, ad onta delle aperture e delle dichiarazioni possibiliste che si sono succedute l'altro giorno a Palazzo Dogana, la sostanza del progetto, sponsorizzato dal Ministero delle Infrastrutture e dalle Regioni Puglia e Campania è che la «bretella foggiana» costituisce un aspetto tutt'altro che secondario e che appare scarsamente praticabile l'ipotesi formulata nel corso dei lavori (ma dalla parte «foggiana») circa il possibile sdoppiamento tra l'aspetto che riguarda lo scalo merci e quello che riguarda il traffico passeggeri.

DIFFICILE LO SDOPPIAMENTO MERCI – PASSEGGERI
Secondo questa ipotesi, la «bretella» servirebbe ad alimentare esclusivamente un nuovo scalo merci, da realizzarsi a Borgo Incoronata, mentre per il traffico passeggeri resterebbe «abilitata» la stazione attuale. Una idea suggestiva, ma difficilmente praticabile, in quanto le previsioni di incremento dei volumi di traffico sono piuttosto contenute per quanto riguarda i convogli merci, mentre sono sensibilmente più elevate per quanto riguarda il traffico passeggeri: l'impresa, insomma, non varebbe la spesa.
La sola concreta apertura prodottasi nel summit foggiano è stata rappresentata dal riconoscimento del valore non formale dei tavoli locali di concertazione, che costituiscono il metodo scelto dal Ministero e dalla due Regioni interessate, per discutere ed approfondire le scelte che dovranno ispirare la progettazione esecutiva. Va sottolineato, in proposito, che seppure inserita nel documento delle priorità defininito dal Ministero, la ferrovia ad alta capacità Bari – Napoli si trova ancora allo sradio della progettazione di massima, anzi, più precisamente di fattibilità. Le soluzioni definitive dovranno essere contenute nel progetto esecutivo, che prenderà forma soltanto solo i tavoli locali di concertazione.
Ai quali bisognerà giungere preparati, e, soprattutto, «allineati e coperti» possibilmente definendo una proposta unitaria e condivisa, da parte delle istituzioni locali, dei sindacati, delle associazioni di categoria. Qualcosa già esiste, ed è il buon lavoro fatto da Agenda 21 del Comune di Foggia, e in particolare dal «forum» preposto alla «mobilità sostenibile», che è poi tra i diversi forum tematici quello che ha lavorato più in profondità, e che ha prodotto anche un buon contributo in termini propositivi. Un tavolo tecnico venne istituito, sul finire dello scorso anno, anche a Palazzo Dogana, ma non si sa cosa abbia partorito. È giunto il momento di tirare un po' le fila, e di mettere a punto una proposta alternativa concreta, praticabile.

NECESSARIA UNA PROPOSTA UNITARIA ED CONDIVISA
Ma si tratta anche di andare oltre il tavolo locale di concertazione, per intraprendere un confronto più complessivo e generale con la Regione Puglia e con il Ministero delle Infrastrutture. Ha il sapore d'una vera e propria beffa, come abbiamo già sottolineato ieri, che il piano delle priorità definito dal Ministro Di Pietro preveda, per quanto riguarda la Capitanata, soltanto opere già finanziate da tempo (come il raddoppio della SS. 16) e la famigerata «bretella» che a Foggia nessuno vuole. Sono rimaste escluse da quel documento opere come la costruzione della Diga sul Carapellotto, che hanno già ricevuto il «visto» da parte del comitato Stato – Regioni. L'opera si è bloccata per il più classico degli inghippi procedurali e burocratici. Dato il lungo tempo trascorso dall'approvazione del progetto ad oggi, è necessario adeguare le previsioni progettuali alle novità che sono nel frattempo intervenute sia a livello ambientale che geologico. Ma il consorzio di bonifica non dispone delle risorse necessarie per finanziare il supplemento progettuale. Aveva chiesto a tal fine un mutuo dalla Cassa Depositi e Prestiti e lo aveva anche ottenuto, ma l'erogazione materiale del prestito si è bloccata perchè, nel frattempo, la Cassa ha deciso di non finanziare più un certo tipo di progettazione.

CAPITANATA PENALIZZATA DAL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE
Dolorose dimenticanze anche sul fronte della grande viabilità: nel programma è incluso il raddoppio della Statale 16 da Foggia a Cerignola, ma non quello da Foggia a San Severo. Escluso anche il completamento della superstrada Garganica, che diversi anni fa era stato progettato e perfino finanziato. Un caso di «tela di Penelope» che, in questo caso, colpisce la provincia di Foggia.
Intervenendo ai lavori di Palazzo Dogana, il Ministro Di Pietro ha detto che nella stesura del documento che elenca le priorità riconosciute dal Ministero non ha volto sconvolgere il lavoro fatto dal suo predecessore. È un atteggiamento comprensibile e perfino condivisibile, perché la programmazione non è come la tela di Penelope, che può farsi e disfarsi da un giorno all'altro. Sarebbe stato però lecito attendersi un più attento monitoraggio ed una maggiore considerazione dei tanti, troppi progetti che sono rimasti incompiuti, pur rispondendo a necessità fondamentali per lo sviluppo del Mezzogiorno. Si tratta spesso di progetti di piccola taglia, che non rientrano nella logica delle «grandi opere» cui si ispirava la politiche delle infrastrutture del Governo Berlusconi, e che Di Pietro ha sostanzialmente scelto di ereditare.
Ma le beffe non possono essere scongiurate semplicemente protestando e soprattutto piangendo dopo che il latte è stato versato.. Vanno, in qualche modo, prevenute. La bozza di accordo di programma quadro approvata dal Consiglio Provinciale è un buon inizio in questa direzione, anche se andrebbe chiesto alla Regione Puglia se e quando intende metterla in discussione. Il 2007 – anno in cui verrà avviato il nuovo regime dei fondi strutturali dell'Unione Europea - è ormai alle porte. La Regione ha già varato il Documento di Programmazione Strategica, che dev'essere approfondito adesso ai diversi livelli territoriali. La bozza dell'accordo è stata inviata al governo regionale da ormai diversi mesi, ma da Bari ancora non giunge nessun segnale.
Ma non basta soltanto confrontarsi con la Regione: è necessario che un tavolo di apra anche con il Ministero delle Infrastrutture.
La vertenza ferroviaria costituisce, sotto questo profilo, un banco di prova. Se vogliamo, il primo banco di prova.
È stato giustamente sottolineato che il progetto dell'alta capacità ferroviaria possiede una valenza di portata addirittura storica per la Puglia e la Campania. Non si vede perché da questa svolta epocale debbano restare tagliate fuori proprio Foggia e la sua provincia.

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