Come sarà la nuova Foggia? Il Documento programmatico preliminare approvato a marzo dal Consiglio Comunale, che ha integralmente recpito la proposta dell’assessore all’urbanistica, Ciro Mundi e dell’arch. Karrer, progettista, fornisce una risposta puntuale e nello stesso tempo ambiziosa, di alto profilo, a questa domanda. Il progetto di città, tratteggiato dal Dpp, è basato su un assetto insediativo policentrico: il capoluogo e tanti altri poli, che sono stati individuati soprattutto nelle borgate, “perché - come ebbe a sostenere Karrer presentando il suo lavoro al consiglio comunale - occorre non solo salvaguardare lo spazio rurale, ma anche collegarlo alla città, una città aperta al territorio più vasto”. Il DPP si prefigge, quindi, l’obiettivo di valorizzare l’ambiente naturale e culturale (Borgo Incoronata, Borgo Segezia, Quadrone delle Vigne) e il sistema delle risorse archeologiche (Parchi archeologici “Arpi” ed “ex Ippodromo”); potenziare la rete infrastrutturale (Alta velocità, nuovo svincolo A14, asta di collegamento veloce tra l’A14 e la superstrada Foggia – Candela, metropolitana di superficie); valorizzare le aree di insediamento produttivo creando i Parchi di attività.
Infine, il documento riserva particolare attenzione al tema del rinnovo urbano, attraverso quella che Karrer, in sede di presentazione, definì “grande sfida della città”: la riqualificazione dell’ingente patrimonio edilizio, attività che deve essere correlata alle politiche di espansione. In questa prospettiva, il DPP ed il PUG prefigurano un sensibile cambiamento del rapporto tra pubblico e privato, con il soggetto privato che concorre alla realizzazione della “città pubblica”.
domenica 24 settembre 2006
I destini di Foggia si giocano sul PUG
Il PUG prospettato da Karrer piace ai costruttori foggiani. Perché guarda, diversamente da quello Benevolo, con la stessa attenzione alle prospettive di espansione edilizia della città, a quelle di riqualificazione, ed alla necessità di una maggiore qualità urbana, attraverso una diffusa ripresa delle opere pubbliche, ormai ferme al palo da molti anni.
Quel che piace meno è la cautela con cui si sta procedendo nella direzione dell’approvazione e dell’adozione definitiva dello strumento urbanistico. A marzo il consiglio comunale ha approvato il documento programmatico preliminare che, come dice il nome, è ancora qualcosa di preliminare, si limita a descrivere una ipotesi di massima, la cornice entro la quale andranno poi a collocarsi le scelte definitiva del PUG.
Non bisogna dimenticare che il PUG è molto diverso dal vecchio piano regolatore generale, che era quasi sempre “appiattito” sull’edilizia. Al contrario, il PUG si caratterizza per essere un vero e proprio progetto di “governo del territorio”. In questo senso, il documento programmatico preliminare anticipa le previsioni strutturali del Piano urbanistico generale, e avvia la programmazione urbanistica, gettando le basi per il futuro assetto che la città dovrà assumere.
In sostanza, la pianificazione urbanistica viene distinta in due parti, quella dell’assetto del territorio che è stata in qualche modo già determinata dal Documento Programmatico Preliminare, e quella successiva, di tipo operativo, che coincide con il Pug.
Il Documento ha tuttavia già indicato con sufficiente chiarezza la “posta in palio” in riferimento alle volumetrie complessive della “nuova Foggia”: il 10 cento delle volumetrie sarà aggiuntivo, sarà realizzato cioè in aggiunta ed in espansione rispetto agli attuali confini dell’abitato. Anche Karrer, così come Benevolo, riserva un’importanza decisiva al tema della riqualificazione urbana: il 59 per cento delle abitazioni (si tratta di una cifra molto alta) andrà riqualificato, mentre il 35 per cento è affidato allo “stato dell’arte” del piano Benevolo: progetti e piani presentati, su cui il Comune deve ancora pronunciarsi. Si tratta come si vede di prospettive di attività edilizia estremamente elevate, se a queste vanno aggiunte quelle prodotte dagli interventi pubblici. Probabilmente mai il capoluogo dauno si è trovato davanti a prospettive così entusiasmanti.
Ma se le cose stanno così, come spiegare la crescente insofferenza dei costruttori? C’è una sola risposta a questo interrogativo, con la necessità di far presto. Bisogna stringere i tempi, un po’ per evitare che l’adozione del PUG possa essere procrastinata oltre la fine della legislatura, un po’ perché l’attività resta, effettivamente, asfittica.
Però Karrer è uno che crede fermamente nel proverbio che vuole che la “fretta da i figli ciechi”. Vuole andare con i piedi di piombo anche perché, stando a quanto si dice a mezza bocca nei corridoio di Palazzo di Città, sarebbero state rilevate alcune difformità tra le cartografie del piano Benevolo e lo stato effettivo della città, che renderebbero necessari alcuni approfondimenti.
C’è poi da decidere che fare rispetto alla quota – il 35 per cento, tutt’altro che insignificante – che si riferisce a piani e progetti “in sofferenza” presso gli uffici municipali, e che riguarderebbe soprattutto le aree meridionali: via Trinitapoli, via Bari, il rione Spelonca.
Insomma da parte dei costruttori si comincia a mordere il freno. I “grandi” (Zanasi, Trisciuoglio, Pierino Russo, Perrone, Zammarano) hanno deciso che è giunto il momento di rompere gli indugi e chiedere all’amministrazione comunale impegni precisi.
Diversamente, potrebbe anche finire prematuramente la lune di miele col centrosinistra, e gli industriali potrebbero tornare agli antichi amori. Anzi, potrebbero decidere di scendere in campo più o meno direttamente. Non è un caso che tra i nomi dei possibili candidati di centrodestra, il più accreditato sia quello di Massimo Zanasi, primario ospedaliero, ma soprattutto fratello del costruttore Eliseo.
Quel che piace meno è la cautela con cui si sta procedendo nella direzione dell’approvazione e dell’adozione definitiva dello strumento urbanistico. A marzo il consiglio comunale ha approvato il documento programmatico preliminare che, come dice il nome, è ancora qualcosa di preliminare, si limita a descrivere una ipotesi di massima, la cornice entro la quale andranno poi a collocarsi le scelte definitiva del PUG.
Non bisogna dimenticare che il PUG è molto diverso dal vecchio piano regolatore generale, che era quasi sempre “appiattito” sull’edilizia. Al contrario, il PUG si caratterizza per essere un vero e proprio progetto di “governo del territorio”. In questo senso, il documento programmatico preliminare anticipa le previsioni strutturali del Piano urbanistico generale, e avvia la programmazione urbanistica, gettando le basi per il futuro assetto che la città dovrà assumere.
In sostanza, la pianificazione urbanistica viene distinta in due parti, quella dell’assetto del territorio che è stata in qualche modo già determinata dal Documento Programmatico Preliminare, e quella successiva, di tipo operativo, che coincide con il Pug.
Il Documento ha tuttavia già indicato con sufficiente chiarezza la “posta in palio” in riferimento alle volumetrie complessive della “nuova Foggia”: il 10 cento delle volumetrie sarà aggiuntivo, sarà realizzato cioè in aggiunta ed in espansione rispetto agli attuali confini dell’abitato. Anche Karrer, così come Benevolo, riserva un’importanza decisiva al tema della riqualificazione urbana: il 59 per cento delle abitazioni (si tratta di una cifra molto alta) andrà riqualificato, mentre il 35 per cento è affidato allo “stato dell’arte” del piano Benevolo: progetti e piani presentati, su cui il Comune deve ancora pronunciarsi. Si tratta come si vede di prospettive di attività edilizia estremamente elevate, se a queste vanno aggiunte quelle prodotte dagli interventi pubblici. Probabilmente mai il capoluogo dauno si è trovato davanti a prospettive così entusiasmanti.
Ma se le cose stanno così, come spiegare la crescente insofferenza dei costruttori? C’è una sola risposta a questo interrogativo, con la necessità di far presto. Bisogna stringere i tempi, un po’ per evitare che l’adozione del PUG possa essere procrastinata oltre la fine della legislatura, un po’ perché l’attività resta, effettivamente, asfittica.
Però Karrer è uno che crede fermamente nel proverbio che vuole che la “fretta da i figli ciechi”. Vuole andare con i piedi di piombo anche perché, stando a quanto si dice a mezza bocca nei corridoio di Palazzo di Città, sarebbero state rilevate alcune difformità tra le cartografie del piano Benevolo e lo stato effettivo della città, che renderebbero necessari alcuni approfondimenti.
C’è poi da decidere che fare rispetto alla quota – il 35 per cento, tutt’altro che insignificante – che si riferisce a piani e progetti “in sofferenza” presso gli uffici municipali, e che riguarderebbe soprattutto le aree meridionali: via Trinitapoli, via Bari, il rione Spelonca.
Insomma da parte dei costruttori si comincia a mordere il freno. I “grandi” (Zanasi, Trisciuoglio, Pierino Russo, Perrone, Zammarano) hanno deciso che è giunto il momento di rompere gli indugi e chiedere all’amministrazione comunale impegni precisi.
Diversamente, potrebbe anche finire prematuramente la lune di miele col centrosinistra, e gli industriali potrebbero tornare agli antichi amori. Anzi, potrebbero decidere di scendere in campo più o meno direttamente. Non è un caso che tra i nomi dei possibili candidati di centrodestra, il più accreditato sia quello di Massimo Zanasi, primario ospedaliero, ma soprattutto fratello del costruttore Eliseo.
Etichette:
Comune di Foggia,
Foggia,
Urbanistica
Iscriviti a:
Commenti (Atom)